Benvenuti al Castello di Vezio
Oggi il Castello, pur rimanendo proprietà privata, è visitabile e aperto al pubblico per gran parte dell’anno, di norma tutti i giorni da marzo a inizio novembre e nei weekend di bel tempo durante l'inverno. La gestione del Castello si occupa sin dal 1998 di garantirne l'apertura al pubblico, mantenerlo, restaurarlo e promuovere esposizioni e manifestazioni culturali, storiche e artistiche al suo interno. Per accedere al Castello vi è stato chiesto un ingresso che serve per l’affitto alla proprietà, il mantenimento della struttura e per finanziare il progetto di restauro complessivo in parte già eseguito e che in parte verrà realizzato nei prossimi anni.
La nostra mission è incentrata sulla valorizzazione del territorio e delle sue peculiarità microclimatiche, botaniche, storiche e naturalistiche e sulla loro divulgazione tramite la presenza di numerosi pannelli informativi e descrittivi, targhette botaniche identificative e approfondimenti di vario genere, cercando di rendere il tutto accessibile ad un pubblico eterogeneo per età, cultura e provenienza geografica e con qualche licenza ludica dedicata sopratutto ai più piccoli.
La visita del Castello
Acquistato il biglietto d’ingresso presso il bar/biglietteria vi troverete all'imbocco del viale in ghiaia: alla vostra sinistra una salita porta all'area picnic e svago per i più piccoli, mentre proseguendo dritti, costeggiando il lato nord del Castello e i suoi grandi larici, potrete ammirare la nostra “Fantasia di ortensie”, una aiuola di hydrangee e tappezzanti omaggio ai grandi giardini delle più belle ville del Lago di Como e alle loro ortensie. Poco più avanti giungerete sulla terrazza panoramica, dove si aprirà alla vostra vista un tale panorama che non potrà non stupirvi per bellezza e maestosità: avvicinandovi alla balaustra vi accorgerete infatti di essere a strapiombo su Varenna e davanti a voi vedrete il Lago di Como in tutto il suo splendore, tagliato dalla penisola di Bellagio in due rami: a sinistra il ramo di Lecco e dritto davanti a voi il ramo di Como. La penisola che vedete in lontananza non è l’isola Comacina ma la penisola di Ossuccio con all’estremità la punta di Balbianello; poco prima sulla destra c’è Villa Carlotta e risalendo la costa trovate Cadenabbia e Menaggio. Nel Castello di Vezio spesso vengono realizzate esposizioni temporanee di opere d’arte: potrete incontrare i “Fantasmi di Vezio”, sculture bianche realizzate ogni anno in estate grazie a turisti che si offrono volontari mettendosi in posa dopo essere stati ricoperti di garza e gesso e rimanendo immobili per circa un’ora, trascorso tale tempo gli viene sfilata la scultura che rimane nel castello fino a quando la neve invernale la distrugge. Oltre ai fantasmi potrete trovare alcune statue in legno, opera di un artista locale, Luigi Gambato. Alla vostra sinistra una scalinata in salita fiancheggiata da aiuole di piante aromatiche (“Il giardino dei semplici”, un piccolo omaggio agli orti di piante medicinali ed officinali diffusi nei monasteri e conventi dell'Italia medioevale) e alla vostra destra dal nostro “Prato dry”, un prato sperimentale di piante tappezzanti a bassissima richiesta idrica e manutenzione, una alternativa ecologica al classico prato all'inglese, vi porterà nel “Giardino degli olivi”. Tramite un portone in legno entrerete all’interno delle mura che circondano la torre. All'interno delle mura abbiamo cercato di ripercorrere cronologicamente la storia del territorio, dalla preistoria al medioevo, realizzando tra l'altro un’esposizione permanente sul Lariosaurus (un rettile di medie dimensioni, fino a 1 metro circa di lunghezza, appartenente ai Notosauri acquatici, un gruppo estinto di rettili acquatici che viveva in ambienti di laguna salmastra o marino costiero) comprendente calchi dei vari esemplari ritrovati nei dintorni di Perledo, Varese e nel resto del mondo. La scalinata in sasso alla vostra sinistra vi permetterà di accedere, passando su un ponte levatoio, alla torre, con la possibilità di raggiungere la sua sommità. Da qui la vista a 360° del lago di Como è ineguagliabile. All'interno della torre con una esposizione di armi, vestiti e armature abbiamo cercato di dare uno spaccato del periodo alto medioevale e delle sue vicissitudini. Ridiscesi nella corte vi invitiamo ad andare ad ammirare Artù, il nostro gufo reale, uno sfortunato quanto bellissimo animale che abbiamo salvato anni fa da una cattiva gestione e che ci è stato affidato non potendo purtroppo né essere liberato in natura (morirebbe di fame e di stenti) né essere addestrato (ha sviluppato troppa paura degli esseri umani per fidarsi). Ce ne prendiamo cura quotidianamente e cerchiamo di assicurargli la vita più degna che possa vivere. Non disturbatelo e non avvicinatevi coi cani. Terminate il giro della cinta muraria circondata da bordure di piante e fiori tipicamente mediterranei fino ad una torretta laterale sulla quale è possibile trovare alcuni resti e parti di riproduzioni di armature e armi, Tornati nel giardino degli olivi sulla vostra sinistra troverete un sentiero in discesa che vi porterà nella parte sud del Castello, dopo aver passato alcuni angoli panoramici suggestivi proseguendo lungo il sentiero si risale fino ad arrivare all’ingresso dei sotterranei, un avamposto della linea difensiva Cadorna (1915-1918), che avrebbe dovuto contrastare un eventuale tentativo di invasione tedesca dalla conca di Menaggio. Fate attenzione, i gradini sono consumati dal tempo e dalle intemperie ma sopratutto fate attenzione a quello che potete trovarci, perdonateci infatti qualche licenza ludica e scherzosa nell'allestimento ma si sa, ogni castello, pur piccolo che sia, ha le sue leggende e le sue segrete... Risaliti dai sotterranei, prendendo la scalinata in salita, sarete di nuovo sulla terrazza panoramica e quindi nel viale in ghiaia che vi porterà all’uscita. Grazie per la vostra visita. Un ultimo consiglio: se volete ristorarvi un ottimo bar/paninoteca/tavola fredda vi aspetta all’ingresso del Castello. Su prenotazione effettua anche degli aperitivi serali sulla splendida terrazza panoramica del Castello, dando la possibilità di degustare prodotti locali e ammirare il tramonto sul lago. Per informazioni e prenotazioni: +39 3334485975
Il giardino del Castello
Guardandovi attorno vi accorgerete di trovarvi in un luogo climaticamente particolare; la vegetazione continentale e alpina presente sul lato nord del Castello, caratterizzata da castagni, noccioli, abeti e larici lascia infatti spazio nella zona esposta verso il lago ad una flora mediterranea caratteristica di climi più temperati e miti: olivi, agavi, rosmarini, palme e piante grasse. Questa peculiarità è dovuta all’azione mitigante del lago sul clima lariano che permette la crescita di specie vegetali caratteristiche di latitudini inferiori. Vi trovate infatti in mezzo ad un uliveto, probabilmente l'oliveto produttivo più a nord del mondo, dove viene prodotto un olio extravergine d’oliva di categoria superiore fra i più rinomati e preziosi, che ha recentemente avuto riconosciuta la denominazione d’origine protetta, d.o.p., “Laghi Lombardi Lario”, e vinto numerosi concorsi, caratterizzato da una bassissima acidità e da una raccolta e spremitura tradizionale che ne esaltano il sapore, e che, se interessati, potrete trovare in vendita presso il bar-biglietteria. Negli ultimi anni abbiamo iniziato un progetto di riqualificazione del giardino del Castello valorizzando il patrimonio botanico autoctono, creando un piccolo giardino botanico mediterraneo, prati fioriti e sperimentali, mescolando piante aromatiche e ornamentali. Nel nostro progetto il rispetto per l'ambiente assume un ruolo centrale: abbiamo scelto un criterio razionale dell'uso dell'acqua di irrigazione, la scelta delle essenze è stata fatta tenendo in considerazione i cambiamenti climatici in atto e, sopratutto, abbiamo abolito completamente l'uso di veleni e pesticidi, anzi, cerchiamo di attrarre e salvaguardare gli insetti impollinatori con i bugs hotel e la scelta di numerose essenze mellifere, con l'obbiettivo della massima biodiversità possibile: alcune rarità botaniche, tillansie, piante grasse e succulente, piante acquatiche e ninfee, piante carnivore e altro.
La storia del Castello
L’origine della fortificazione non è chiara. Il toponimo di Vezio è di probabile origine romana, come suggeriscono le famiglie romane, presenti anche nel comasco, che portavano questo nome. Il quadro topografico generale del Castello e del paese di Vezio mostra analogie con situazioni ben documentate di abitati di servi sorti in prossimità del castello da cui dipendevano. Vari autori, fra cui citiamo il Pensa, attribuiscono al castello una prima fase in età Tardo Antica, riconducibile ad una funzione di centro militare strategico tardo romano a guardia della strada che da Bellano conduceva ad Esino Lario, e punto d’avvistamento e segnalazione dominante l’intero lago. Della successiva fase Bizantina e Longobarda poco possiamo dire, se non ricordare la leggenda a riguardo della regina Teodolinda: si narra che la famosa Teodolinda, regina dei Longobardi, trascorrendo i suoi ultimi anni a Perledo, avrebbe fatto costruire la chiesa di San Martino con l’antico campanile a forma di torre, ed il Castello di Vezio unitamente all’oratorio di Sant’Antonio per lasciare una traccia visibile della sua fede nel Cristianesimo. In Lombardia molte sono le località che rivendicano tale tradizione, tuttavia si deve tener conto che l’ordinamento longobardo doveva munirsi delle migliori difese militari; nel caso di Vezio è evidente l’interesse alla ricostruzione del castello andato distrutto a seguito di eventi bellici non precisati e la strategicità della posizione. Una prima sicura attribuzione del castello si riconnette alla venuta degli esuli comacini, in seguito alla guerra con Como del 1169 d.C. Paolo Giovio, che scrive nel 1559, ci dice “Gli isolani edificarono nella nuova habitatione due roche, una dalla parte destra del Lario, l’altra nello elevato forte et giogo del monte sopracta con gli edifici, et da il sguardo di tutto il lago”. L’ipotesi che gli isolani furono i primi edificatori del castello di Vezio è oggi scartata dalla maggior parte degli autori, più probabile è un massiccio intervento edilizio, che oltre al castello interessò il borgo di Varenna. Certo è che il castello fu di primissimo interesse per i Comacini giunti a Varenna: il sistema fortificato del paese è, infatti, ora incentrato su Vezio che viene collegato con muraglioni al borgo sottostante, parzialmente ancora rilevabili e noti da vari documenti; servì inoltre al rifugio della popolazione di Varenna durante i continui assalti comaschi che caratterizzano l’intera storia basso Medioevale del nostro paese. Oltre alla monumentale torre di Vezio, altre testimonianze di strutture militari si trovano lungo il tratto iniziale del sentiero che congiunge Vezio a Ortanella e della strada che congiunge Vezio a Fiumelatte: resti di muraglione, ruderi di costruzioni, una cascina che mostra derivazione da un torrione, un rudere di casa colonica mostrante aperture di tipo difensivo. Secondo il Pensa queste opere sono ascrivibili alla guerra tra il Ducato di Milano e Venezia. Uno dei primi documenti che ci parla di Vezio è dell’anno 1368. L’atto è relativo ad una donazione di terra di cui beneficia la chiesa di Sant’Antonio di Vezio. Nel XVII secolo la torre era in proprietà della parrocchia di San Giorgio di Varenna. Nel 1600 sorge una lite tra il parroco di Varenna e il Duca di Monte Marcino, a causa dell’occupazione di quest’ultimo della torre di Vezio nonostante i diritti vantati dalla parrocchia di Varenna. La causa per il possesso del castello fu vinta dal Conte della Riviera, il quale pose in affitto i suoi possedimenti di Vezio, nel 1619 a Giov. Antonio Forno, nel 1631 a Giovanni Antonio de Tarelli e nel 1656 ad Antonio Tarelli. Secondo due iscrizioni dettate dal Parlaschino la torre di Vezio viene riedificata nel 1635. Il castello rimase agli Sfrondati (Conti della Riviera), e allo spegnersi della loro dinastia agli eredi Serbelloni. Nel 1647 le terre di Perledo e Varenna vennero investite nel feudo valtellinese del conte Giulio Monti. Nel 1778, l’infeudamento di Varenna passò alla famiglia Serbelloni, la cui congiunta, Crivelli Serbelloni, mantenne il possesso della torre di Vezio fino all’Ottocento. La proprietà passò poi alla famiglia Greppi e ai Conti Nicolis di Robilant che ne mantengono tutt’ora il possesso. Dal 1998 a seguito di una profonda ristrutturazione e messa in sicurezza il Castello venne finalmente reso visitabile e aperto al pubblico.
Vi ringraziamo per la vostra visita. Per qualsiasi informazione potete consultare il nostro sito www.castellodivezio.it oppure scrivere a info@castellodivezio.it. Apprezzeremo con piacere qualsiasi consiglio, recensione o critica costruttiva vorrete farci.